martedì 22 maggio 2012

Annabel


Groane











"I know I'd be welcome but tell me how far
Ceremonial knocks sound the gaps in my heart-beat
And I'll never be good enough for you or for me
I've buried my pride, I've buried my key"

martedì 7 febbraio 2012

"La perdita delle illusioni è la sola perdita dalla quale non ci riprendiamo mai"
Ouida

C'è stato un periodo in cui credevamo tutto possibile.
Tutto il romanticismo di questo mondo.
Tutta la passione, le emozioni, i sentimenti.
Un periodo dove tutto il dolore, le sconfitte, le paure
erano demoni che ci facevano molto più male
ma che svanivano alle grida di coraggio e ribellione
quando ascoltavamo una canzone
che da quei mostri riusciva a liberarci
and
it was magnificent


Ricordo una camminata in particolare, nella neve, quando avevo vent'anni.
Un tempo in cui era facilissimo innamorarsi e non esser corrisposti, o non riuscire a corrispondere noi stessi a quella esigenza.
Una passeggiata che, come tante altre, serviva ad ordinare le idee, smantellare i ricordi, ricostruire le pareti del cuore, e tornare a sognare.
Believers never die. In questo era bello credere.
Joe mi guardava pensieroso. Pensava di uscire per un'allegra scampagnata e finiva ad uggiolare perché mi vedeva triste. Ma era tutto necessario.
Era una solitudine obbligata perchè a quell'età nessuno vorrebbe stare mai solo. Una solitudine certo feroce, ma controllata e non durevole.
Poi succede che la solitudine diventa un'abitudine. Qualcosa che addirittura cerchi. Necessaria non per metabolizzare un evento, ma per delimitarne degli altri. Per scappare dagli altri. Le persone, poi, affermerai, fanno paura: loro stessi sono quei demoni, quei tormenti. Quando ognuno obbligatoriamente diventa un'isola, e dell'individualismo si fa una fede.
La solitudine si propaga come un manto nevoso, a perdita d'occhio, e comincia a durare più a lungo.
Un inverno.

Poi arriva qualcuno che ha sofferto per amore, che si è chiuso di sua volontà nella solitudine di una casa isolata in montagna, per quattro lunghi mesi. In inverno.
Con un cuore infranto, una chitarra ed un registratore ha regalato a molti - sicuramente a me - uno degli album migliori di sempre.
Il titolo:
For Emma, forever ago.
l'autore:
Bon Iver 
(Justin Vernon)

Ricordo di aver provato un'emozione incontenibile al primo ascolto in streaming di tutto l'album, specialmente del brano # 6: Creature Fear.
Di aver provato quella bellissima sensazione di impazienza nell'avere tra le mani una copia fisica dell'album, come un dipinto da ascoltare.
Un LP che assocerò sempre all'inverno di 4 anni fa, legato ad un viaggio ad Helsinki, alla ricerca del gufo grosso quanto un cristiano (citazione obbligatoria dalla Zingaguida finlandese - sito: Zingarate.com -)
e ad un ritorno in aereo, col sole forte e presente oltre le nuvole, in cui credevo che ogni cosa sarebbe sempre andata al suo posto.
Un inverno. Era stato un buon Inverno.
Ma ogni Inverno porta nel cuore l'inizio della primavera.

Bon Iver ha rilasciato l'anno scorso il suo nuovo progetto, il cui nome è la ripetizione del suo pseudonimo. 
Bon Iver, Bon Iver è stato un album che ho scoperto lentamente, e di cui ho capito l'estrema bellezza solo in questi giorni. Esattamente 4 anni dopo.
Mi sa che il calore delle sue canzoni è il giusto rimedio al gelo del periodo.
Se non ci credete, provate ad ascoltare.


Je vous souhaite un Bon Hiver. 


Bon Iver - For Emma Forever Ago / Jagjaguwar 2007

Bon Iver - Blood Bank Ep / Jagjaguwar 2009

Bon Iver - Bon Iver, Bon Iver / Jagjaguwar 2011



mercoledì 1 febbraio 2012

Inizio questo blog a Febbraio 2012. Un Febbraio bisestile. Dovrebbe portare bene.
Intanto è già un bene che sia passato Gennaio. Un mese troppo bianco e troppo poco clemente.
Fuori nevica, arriverà presto un weekend oltre i dieci gradi sotto zero.
Non ci faremo trovare impreparati!
Saluto con insuccesso il mio ex blog You can leave your headphones - dal titolo geniale -
con un post - uno - all'attivo ed un cocker immaginario di nome Joe, che con dieci morsi - dieci - s'è magnato un Maxibon - Ciù gusti is megl' che uan -
Devo riuscire a fare di meglio, questo è uno dei buoni propositi dell'anno nuovo.
Se non ora, quando?
Forse quando avevo del talento. Poi è sopraggiunta la Febbra.


A Doc e Marci:
L'ultimo giorno di Febbraio 2009
"Febbricitante dolore al cuore. Tensione viscerale ed un ascolto troppo sincero delle mie orecchie.
Penso molto a lei. Non posso permettermi di innamorarmi. Lei non ha ragioni ed io non sono per lei. 
E per lei ci vuole qualcuno più, più distante da chi io sia.
E' così e fa male. E mi fa piangere. Ed è così bella.
Volevano darmi più importanza, c'è chi pensa che non ne abbia abbastanza; mi rattrista ma tuttavia so che può andar bene così. Questo è ciò che sono e non farò a gara di popolarità. E non sarai lì con me a vedere la Twilight, su un colle, su una rupe sarda. E' tutto finto Ghe. E' così.
Gli occhi ricadrebbero indietro aspirati come sono da una forza centrifuga sotto pelle, nello stomaco.
Il fegato lascio che venga demolito dalle troppe patetiche fughe che ho cercato di inventarmi.
Ma anche come ladro non ho abilità.
L'abilità che più mi manca è di piacerti. Allora presto sparirò.
Però avete notato i suoi occhi lucidi almeno? Tutte le altre ragazze li avevano opachi, senza profondità.
Adimensionali. I suoi erano quadrimensionali : si perse anche il tempo lì dentro.
Almeno questo me lo concedete?
Lascio l'alcool e per un secondo almeno posso concedermi una fuga dentro quegli eterni occhi lucidi.
Che devo dimenticare.
-E' tutto finto- mi ricordi, va tutto così, e alle volte mi sento così lontano da tutti voi che è come non avere scampo. E questo fa ancora più male. Male fanno gli incitamenti altrui. Male fa non avere una reazione uguale e contraria. E dentro tira un sentimento, ora un dolore di dolce malinconia.
Vorrei smettere. Vorrei no. Vorrei trovarti dall'altra parte.
Tutto è possibile...ma non equamente probabile."

Musica...musica...
Può parlare da sè, questa volta, l'immagine che ho scelto per sfondo?
I told you to be patient

ps:
Il mio cocker Joe piscia solo sulle Wellingtonia autentiche... o sugli alberi di Tim Burton, che in questa stagione si possono fotografare anche qui.
Grazie inverno. Be kind.