martedì 7 febbraio 2012

"La perdita delle illusioni è la sola perdita dalla quale non ci riprendiamo mai"
Ouida

C'è stato un periodo in cui credevamo tutto possibile.
Tutto il romanticismo di questo mondo.
Tutta la passione, le emozioni, i sentimenti.
Un periodo dove tutto il dolore, le sconfitte, le paure
erano demoni che ci facevano molto più male
ma che svanivano alle grida di coraggio e ribellione
quando ascoltavamo una canzone
che da quei mostri riusciva a liberarci
and
it was magnificent


Ricordo una camminata in particolare, nella neve, quando avevo vent'anni.
Un tempo in cui era facilissimo innamorarsi e non esser corrisposti, o non riuscire a corrispondere noi stessi a quella esigenza.
Una passeggiata che, come tante altre, serviva ad ordinare le idee, smantellare i ricordi, ricostruire le pareti del cuore, e tornare a sognare.
Believers never die. In questo era bello credere.
Joe mi guardava pensieroso. Pensava di uscire per un'allegra scampagnata e finiva ad uggiolare perché mi vedeva triste. Ma era tutto necessario.
Era una solitudine obbligata perchè a quell'età nessuno vorrebbe stare mai solo. Una solitudine certo feroce, ma controllata e non durevole.
Poi succede che la solitudine diventa un'abitudine. Qualcosa che addirittura cerchi. Necessaria non per metabolizzare un evento, ma per delimitarne degli altri. Per scappare dagli altri. Le persone, poi, affermerai, fanno paura: loro stessi sono quei demoni, quei tormenti. Quando ognuno obbligatoriamente diventa un'isola, e dell'individualismo si fa una fede.
La solitudine si propaga come un manto nevoso, a perdita d'occhio, e comincia a durare più a lungo.
Un inverno.

Poi arriva qualcuno che ha sofferto per amore, che si è chiuso di sua volontà nella solitudine di una casa isolata in montagna, per quattro lunghi mesi. In inverno.
Con un cuore infranto, una chitarra ed un registratore ha regalato a molti - sicuramente a me - uno degli album migliori di sempre.
Il titolo:
For Emma, forever ago.
l'autore:
Bon Iver 
(Justin Vernon)

Ricordo di aver provato un'emozione incontenibile al primo ascolto in streaming di tutto l'album, specialmente del brano # 6: Creature Fear.
Di aver provato quella bellissima sensazione di impazienza nell'avere tra le mani una copia fisica dell'album, come un dipinto da ascoltare.
Un LP che assocerò sempre all'inverno di 4 anni fa, legato ad un viaggio ad Helsinki, alla ricerca del gufo grosso quanto un cristiano (citazione obbligatoria dalla Zingaguida finlandese - sito: Zingarate.com -)
e ad un ritorno in aereo, col sole forte e presente oltre le nuvole, in cui credevo che ogni cosa sarebbe sempre andata al suo posto.
Un inverno. Era stato un buon Inverno.
Ma ogni Inverno porta nel cuore l'inizio della primavera.

Bon Iver ha rilasciato l'anno scorso il suo nuovo progetto, il cui nome è la ripetizione del suo pseudonimo. 
Bon Iver, Bon Iver è stato un album che ho scoperto lentamente, e di cui ho capito l'estrema bellezza solo in questi giorni. Esattamente 4 anni dopo.
Mi sa che il calore delle sue canzoni è il giusto rimedio al gelo del periodo.
Se non ci credete, provate ad ascoltare.


Je vous souhaite un Bon Hiver. 


Bon Iver - For Emma Forever Ago / Jagjaguwar 2007

Bon Iver - Blood Bank Ep / Jagjaguwar 2009

Bon Iver - Bon Iver, Bon Iver / Jagjaguwar 2011



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